RAZIONALE SCIENTIFICO
La cheratosi attinica è una lesione cutanea indotta principalmente dall’esposizione cronica alla radiazione ultravioletta (UV). Data la sua estrema diffusione alle nostre latitudini in soggetti anziani, viene spesso considerata parafisiologica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il numero stimato di pazienti affetti da cheratosi attinica nel mondo è pari a circa 278 milioni, tuttavia, essa è a tutti gli effetti una forma di Carcinoma Squamocellulare (SCC) in situ, e come tale non va sottovalutata.
La causa principale della cheratosi attinica è la esposizione alla pelle a quello che viene chiamato “esposoma” ossia a quell’insieme di agenti ossidanti e mutageni del DNA di numerosi geni regolatori, tra cui il gene onco-soppressore p53.
Soggetti adulti di fototipo chiaro, con una storia di esposizione cronica, spesso lavorativa, e/o di ustioni solari a partire dall’età pediatrica, con pregressi tumori cutanei maligni, sono i soggetti maggiormente a rischio di sviluppare la cheratosi attinica. Il “paziente tipo” affetto da chetatosi attinica presenta solitamente una cute fotodanneggiata e lesioni multiple, a volte indistinguibili ad occhio nudo da altre lesioni cutanee di carattere benigno. Grazie alla Dermatoscopia il dermatologo può fare una diagnosi precisa e precoce oltre che per nulla invasiva.
Le lesioni cheratosiche nella maggior parte dei casi, compaiono in un contesto definito “campo di cancerizzazione” che necessita di cure e attenzioni con follow up successivi anche dopo la guarigione clinica delle singole lesioni. IL rischio che la cheratosi attinica possa evolvere in SCC è sempre presente e pare essere slegato al grado di gravità della lesione visibile.
In questo corso verranno evidenziati gli approcci diagnostici, di trattamento, di prevenzione di interesse sia del Medico di Medicina Generale che del Dermatologo.