Il termine rinite viene utilizzato per indicare un gruppo eterogeneo di patologie infiammatorie nasali che riconoscono una comune espressione clinica, caratterizzata dalla presenza di due o più dei seguenti sintomi: rinorrea, congestione nasale, starnutazioni, prurito nasale. In base al criterio della durata dei sintomi, le riniti si distinguono in forme acute (< 10 giorni) e forme croniche (> 10 giorni); queste ultime possono persistere settimane o mesi, con andamento persistente o ricorrente.
Le riniti acute sono di comune, se non universale, esperienza e sono prevalentemente espressione di infezioni, soprattutto virali; qualora i sintomi nasali tipici di una rinite infettiva tendano a persistere per oltre 10 giorni, è da sospettare una sovrapposizione batterica e l’evoluzione verso un quadro di rinosinusite.
Le riniti croniche rappresentano un problema frequente nell’età pediatrica e, se non adeguatamente diagnosticate e trattate, possono avere un importante impatto negativo sul benessere fisico, psicologico e sociale dell’individuo.
Dal punto di vista eziopatogenetico, le riniti croniche possono essere sostenute da molteplici meccanismi.
All’atto pratico, si tende a distinguere principalmente tra riniti allergiche e non allergiche, rappresentando le prime le forme più frequenti anche nei bambini e negli adolescenti, ove la prevalenza nella popolazione generale pediatrica è compresa tra il 10 e il 20%.